La Medicina Ambientale cosa studia?
La medicina ambientale mira a dimostrare e interpretare le correlazioni esistenti tra il degrado dell’ambiente e la salute, infatti è dimostrato che molte malattie trovano una loro causa riconducibile ai carichi tossici ambientali nell’aria che respiriamo, nell’acqua e nel cibo, quali ad esempio: sostanze chimiche, metalli pesanti, conservanti, pesticidi, glifosato e tante altre.
La medicina Ambientale da chi viene praticata a Sassari ed Olbia?
La Medicina Ambientale Clinica è praticata dal medico e per definizione si occupa della diagnosi, della valutazione prognostica, del trattamento, misure protettive e precauzionali e raccomandazioni di prevenzione; per pazienti affetti da malattie acute e croniche la cui origine ambientale è sospetta o è già stata dimostrata.
Ogni giorno il nostro corpo si misura con almeno 500 sostanze chimico/sintetiche
È importante sottolineare che questo nuovo approccio medico si basa innanzitutto sulla caratterizzazione biologica di queste malattie attraverso esami di laboratorio oggettivi che ne attestino l’origine ambientale. Si tratta quindi di una procedura sistemica per un approccio “causale“ alla malattia al fine di individuare i fattori tossici che condizionano l’organismo e di conseguenza adottare tutte quelle proposte terapeutiche, efficaci e personalizzate, tenendo conto delle cause ambientali e degli stili di vita che hanno determinato il problema.
A differenza del comune approccio medico, la medicina ambientale si avvale di esami di laboratorio non sempre disponibili in Italia e di trattamenti volti a curare le cause delle malattie o affezioni, come avviene per le malattie infettive, non solo i loro effetti sintomatici. Inoltre, deve fornire ai pazienti misure preventive, che includano un miglioramento dello stile di vita.
Non solo uno stile di vita più sano per aumentare la protezione e le precauzioni individuali, ma anche trattamenti “specifici” in base non solo agli effetti biochimici osservati, ma principalmente ai meccanismi fisiopatologici che sono alla base di questi effetti.
Diversi studi epidemiologici hanno notevolmente rafforzato questo punto di vista mostrando che molte gravi malattie croniche, ma anche disturbi funzionali ricorrenti (spesso poco considerati) che costituiscono le attuali piaghe della società moderna quali: Fibromialgia, Obesità, Allergie, Sindrome del Colon Irritabile, Sensibilità Chimica Multipla, Stanchezza cronica, Parkinson, Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Infertilità. I quali possono essere riconducibili ai carichi tossici ambientali; il che significa, che oltre a un’interpretazione selettiva darwinista dell’insorgenza della malattia, dovremmo anche considerare un meccanismo neo-lamarckiano (risposta diretta alle reali condizioni ambientali alle quali l’organismo si deve adattare) teoria indubbiamente molto ben spiegata dall’Epigenetica moderna.
L’epigenetica evidenzia come i fattori tossici ambientali producono risposte biologiche adattative ai cambiamenti ambientali in grado di influenzare la vita di tutti.
L’aspetto ancor più preoccupante è che queste sostanze possono influenzare la vita intrauterina. Sostanze quali, gli interferenti endocrini, i pesticidi, i metalli pesanti, il particolato derivante dall’inquinamento atmosferico non fanno altro che interferire già nel grembo materno, determinando alterazioni dell’epigenoma. Si tratta di una materia complessa in continua evoluzione, ma particolarmente utile, che deve essere conosciuta e verificata per adottare misure preventive a vantaggio della salute di tutti e in particolare delle future generazioni.
Rimane quindi fondamentale far proprio il detto “troppo spesso trascurato “, forse perché ritenuto banale:
Mai come in questo caso prevenire è meglio che curare
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